martedì 22 aprile 2008

Punto di Ripristino del Sistema Emotivo

La scorsa notte ho parlato con un' amica. Tra una chiacchiera e l'altra, ho scoperto essere una dei membri del "famoso Club". Mi raccontava che poco dopo essersi lasciata con il "suo amore su sl" non ha sofferto moltissimo. Perplessi?
Dicono che la "spilletta ricordo" del Club faccia sentire un dolore mai visto,
dicono che lo stato d'ansia permanga per tempo,
dicono che i sogni vengono taciuti, ma alimentano il desiderio di ri-allacciare i rapporti,
dicono che se non si è deciso di "far fagotto" bisogna chiedersi perchè...

Non riporterò fatti e nomi, ho solo chiesto a questa amica di poter riportare verosimilmente il suo racconto. Lei ha sorriso e mi ha detto: "Non salvare nessuna conversazione, se non nel tuo cuore, poi riscrivila come vuoi tu, riuscirai nel blog a rendere l'idea, ne son sicura; e magari a qualcuno servirà ri-leggersi nella mia storia. Mi fa piacere".

Quella sera le ho chiesto:
"Perchè non hai "fatto fagotto" di questa storia?"
Lei mi ha detto: "Perchè non riuscivo, perchè faceva male cancellare tutto dal pc, da SL. Perchè era come dire e ammettere in pieno che eravamo soli, e non più una noi-tà. Io sentivo che potevamo andare avanti. Anche perchè tutto è rimasto sospeso, non eravamo sicuri, non lo volevamo forse...Io non ho mai voluto riaprire il discorso, per non soffrire ancora.
Ci saremo chiariti a più puntate, ma mai in modo definitivo. All'inizio ero anche felice, potevamo sentirci entrambi bene e sereni. Sembrava fossimo amici. Ero stupita, non lo siamo mai stati.

Eppure dopo i vari "dolori al petto", ci siamo lasciati
e in sordina ho sentito la sua domanda: "E domani?".

Abbiamo lasciato la domanda in sospeso, la cosa ha funzionato...io non soffrivo, lui nemmeno. Mah...
Un giorno ho sentito che questa situazione di "caos calmo" era molto ambigua. Si negava ciò che era successo, si scherzava sul niente, si parlava di nulla, e tutto andava avanti...
E mi son chiesta: "Ma cosa sto facendo? Quale obiettivo mi son posta? Ma io ho deciso o mi son lasciata ri-prendere dalle sue decisioni? Da quello che voleva o non voleva lui?".
E poi...segno indelebile quella domanda: "Ma Noi cosa siamo adesso?".

Domanda perpetua, vortice paranoico di ri-definizione, evidente perplessità ad ogni rigo scritto...
Era necessario capire dove eravamo, dove andavamo, che obiettivi ci eravamo posti.
Stop.
Come? come?
Ho ripensato a quel "noi"...che non c'è.

Ho capito che era tempo di pensare per sé, che ognuno si ricreasse tempi e spazi propri, che forse un giorno ci saremmo incontrati ancora o avremmo vissuto un amore nuovo con un altra persona. Fu così che abbandonai quello stillicidio di righi scritti finti, effimeri, che mi hanno tenuta legata a un filo di illusione, che mi ha fatto doppiamente male.
E ho pensato a me.
Ti confesso che manca sempre, è rimasto un ricordo bellissimo, unico ma con un dolore pieno e vero."

Nota positiva di questo racconto?
Siamo diventate maggiormente amiche e ci siamo conosciute ancora meglio di prima.
Lei ha preso di nuovo consapevolezza di questa storia, anche se con un po' di fatica si è raccontata.
Sapete cosa è successo?
Ora lei può dire felicemente: "noi" perchè è legata a un'altra persona su SL che diventerà suo marito, e mi ha confessato che desidera un incontro in RL...

Eggià esiste anche questa possibilità. Un rapporto duraturo vissuto in SL se aiutato a crescere anche con altri mezzi come e-mail, skype o msn, il cellulare...può per desiderio e decisione di entrambi "uscire" dallo schermo e aprire la possibilità di un incontro in vita reale: nella piazza centrale della città.

Zhora dopo questo racconto, clicka sit here su un'altalena che si trova in un giardino fatato, ondeggia serena, e medita...

Rimanere improvvisamente soli significa quasi sempre, dovere affrontare una realtà in cui si fa un’enorme fatica a riallacciare vecchie conoscenze o a crearne di nuove, soprattutto in SL, che confermo essere sempre di più come "la piazza di paese". Pensi di non rivedere più quella persona, ma...non è come nella vita quotidiana, dove si trovano mezzi ed escamotages per non vedersi per un po', per "darsi disanza e tempo di capirsi".
C'è illusione di poter clickare nella nostra essenza all'interno della cartella dell'utilità di sistema quella funzione: punto di ripristino del sistema emotivo. Considerato come punto ottimale della esistenza. Sarebbe il nostro desiderio più intimo di tornare indietro, quasi per poter annullare "tutto il vissuto", ma mantenendo il "sapere di questo percorso" poter tornare al punto di ripristino con un' auto-consapevolezza maggiore.

Nel metaverso di SL, gira che ti ri-gira, ci si conosce tutti.
Tutti i fili relazionali son intrecciati.
Capita che ricevi un tp da un amico per un evento, arrivi, e già dal radar mentre scorri i nomi, e vedi le distanze, gli occhi cadono su quel nome, appena ti giri quella persona è alle tue spalle. Silente nei tuoi riguardi, ma quella presenza ti parla...
Perchè la presenza, il "sapere che c'è", ed è vicino dà sensazioni di smarrimento vere, sudori freddi e si cerca ti tenere a bada quell'eterno ritorno d'ansia, che già trasale quando quel post-it azzurro segnala che quel qualcuno è on line.

Saperlo on line genera ansia e trovarselo a meno di un metro nella stessa stanza dà una sensazione di smarrimento. Il colpo di "fortuna" che ha dell'assurdo, è dover rimanere in quel contesto perchè ci ha tippato un nuovo amico per farci conoscere gente nuova e siamo appena arrivati, abbiamo appena "caricato tutto intorno" a noi, e vorremmo già fuggire.

Ecco il paradosso:
decidi che da oggi si cambia tutto della seconda vita: giri, amicizie, ambienti da frequentare...
E ti ritrovi a controllare sullo schermo con il palmo della mano quanto distate l'uno dall'altro.
E tutto si ferma.
Solo la cam zoomma il suo viso, lasci il muose, e con l'indice del dito destro, lo accarrezzi,...plint. Una perla cade sulla tastiera.

E li capisci che la ferita è aperta...

E occorre prendersene cura...perchè è provocata da un allontanamento che c'è stato, e che senti vivo ancora.
Ancora adesso ti chiedi il “perché”.

Bisogna ancora "lavorare " per superare il momento del distacco. Perché, guardando con determinazione all’interno noi stessi, è possibile trovare le risorse capaci di modificare, in modo positivo, molti aspetti della vita.

Perché “ri-cominciare” è possibile.

Per ri-disegnare alcuni aspetti della propria vita
e capire che ciò che è considerato “fallito”
è semplicemente “finito” e che, da quel punto, c’è un nuovo inizio e una nuova vita.
Ri-trovati, ri-metti al centro te stesso...e ri-mettiti di nuovo "in gioco"...

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