domenica 20 aprile 2008
Immagini riflesse incontreranno echi di memoria...
Narciso è una figura mitologica greca, figlio di Cefiso, divinità fluviale, e della ninfa Liriope. Secondo il mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, Narciso era un bellissimo giovane, sia donne che uomini, si innamoravano di lui alla follia. Tuttavia Narciso preferiva passare le sue giornate cacciando, non curandosi delle sue spasimanti; tra queste era la ninfa Eco, condannata da Giunione a ripetere le ultime parole che le venivano rivolte, poiché le sue chiacchiere distraevano la dea, impedendole di scoprire gli amori furtivi di Giove. Rifiutata da Narciso la ninfa, consumata dall'amore, si nascose nei boschi fino a scomparire e a restare solo un'eco lontana.
Non solo Eco, ma tutte le giovani ed i giovani disprezzati da Narciso, invocarono la vendetta degli dei. Narciso venne condannato, da Nemesi, ad innamorarsi della sua immagine riflessa nell’acqua. Disperato perché non avrebbe potuto soddisfare la passione che nutriva, si struggeva in inutili lamenti, ripetuti da Eco.
Resosi conto dell'impossibilità del suo amore Narciso si lasciò morire. Quando le Naiadi e le Driadi cercarono il suo corpo per poterlo collocare sul rogo funebre, trovarono vicino allo specchio d'acqua il fiore omonimo.
Narciso condannato da Nemesi all'autodistruzione, è prigioniero dell’amore verso la propria immagine riflessa...
Eco condannata da Giunone a divenire pura voce, prigioniera della propria eco...
Narciso con la vista si rispecchia nella propria immagine, Eco con l’udito si rispecchia nella propria voce.
Lo sguardo prigioniero di Narciso non raggiunge Eco, la voce prigioniera di Eco non è distinguibile da Narciso. Narciso non ha vista, così come Eco non ha voce.
Entrambi cercano l’altro e lottano per il riconoscimento.
Entrambi anelano all’incontro con l’altro e lo rifuggono, come una minaccia.
Nel mito troviamo che il dilemma narcisistico risiede nel paradosso dell’intimità, come dice Salomon: "dove la vicinanza e la lontananza sono ugualmente desiderate e impossibili, così come la fusione e la separazione, la prigionia e la libertà, il presente e il futuro...".
Nec tecum possum vivere nec sine te.
I narcisi, unici e doppi “come le comete, luminose e infuocate, ma con un nucleo di ghiaccio”.
Che fine fa Narciso senza lo Specchio che lo riflette?
E che fine fa lo Specchio senza Narciso che vi si specchia?
Viene in mente il gioco degli specchi del Luna Park, dove l’immagine è il riflesso del riflesso del riflesso..
Narciso e Eco si perdono nel vortice di un circuito di domande impossibili...Narciso chiede di essere amato, ma è impossibile perché chiede a se stesso, così come Eco chiede di essere amata, ma è impossibile perché la sua voce non è distinguibile da quella altrui.
E allora, proseguendo nel ragionamento, possiamo anche pensare che Narciso non può amare Eco non solo perché non vede altro che se stesso, ma anche perché Eco non si fa sentire,
ed Eco non può amare Narciso non solo per la sua cecità, ma anche perché lei lo rende sordo.
Entrambi lottano per il controllo, entrambi hanno potere, dunque, entrambi, essendo reciprocamente dipendenti, non hanno potere. Entrambi lottano contro l’invisibilità.
Non è una sfida impossibile se pensiamo all’invisibilità come ad un presupposto della relazione, ad una sua premessa? Forse un modo per vincere la sfida è non giocarla, ma arrendersi.
Così il dolore di Narciso e quello di Eco, è, in realtà, il dolore che è “in mezzo”. E, così, entrambi, realizzano una profezia che si autodetermina, diventando mito. Il mito è, dunque, un discorso nel quale è racchiusa una verità. Se anche le nostre esistenze, come quelle di Narciso e Eco, si trovassero un giorno a essere racchiuse dentro a un mito, ad una verità assoluta, alcuni di noi potrebbero trovarsi di fronte alla sfida di trasformare il mito in storia, la storia in possibilità, la possibilità in responsabilità.
Possiamo immaginare questa sfida realizzarsi in molti modi, dolorosi, si può pensare...
Possiamo immaginare che un giorno, Narciso e Eco, per motivi che sono ancora in parte oscuri, abbiano l’intuizione, e ancora la forza, di riprendere il proprio cammino a ritroso con l’intenzione di trovare gli dei che li hanno condannati, per chiedere loro di revocare la condanna.
Il cammino a ritroso dipende dalla loro memoria di sé, come la memoria dipende dalle strade che sceglieranno di percorrere... Ci saranno momenti in cui, forse, si incontreranno a ritroso, come si incontrarono avanzando. Possiamo immaginare che la metamorfosi a ritroso faccia loro il dono di forze che avevano perduto, di nuovi dolori anche, certamente le cose che vedranno del passato avranno forme diverse, perché guardate dal futuro. Possiamo immaginare che ci voglia molto tempo e che un giorno, entrambi, arrivino dai loro dei e che, allora, usando lo specchio degli occhi di Giunone e Nemesi, scoprano un segreto... che la condanna è vera, verissima, spietata...fino a quando è creduta...
In Second Life non esistono specchi riflettenti che riflettano la nostra immagine per essere riflessa e contemplata, non ci si nasconde nei boschi fino a scomparire e a restare solo un'eco lontana.
Io conosco Eco e Narciso, esseri sensibili e sensitivi, etero-condannati e auto-condannati al non incontro, etero-condannati alla negazione del susseguirsi degli incontri, auto-condannati dal non poter passare dal potenziale al possibile...
Per scrivere questo pensiero ho consultato molte fonti, da cui ho estrapolato passaggi, punti, meditazioni molto efficaci.
Per scrivere questo pensiero ho incontrato molte Eco e i molti Narciso tra i miei amici, i Residents di Second Life.
Nel sottile interscambio di vite ci si ritrova a essere stati almeno una volta Eco e Narciso, scegliendo ruoli e passi, della danza relazionale, vissuta ogni volta apparentemente come nuova, ma in verità come la realizzazione di un desiderio che si auto-perpetua proprio perchè è il desiderio della nostra vita: essere esseri in relazione.
Essere solo immagine singolare, essere solo voce indistinta...vivere desiderando il ri-conoscimento dell'altro,vissuto e temuto, potenziale ma non possibile, è uno dei focus che si possono vivere su SL.
Il gioco del ri-conoscimento e della vicinanza relazionale è molto sottile, è vissuto in tempi compressi, è dis-continuo, può durare una notte, due settimane, mesi o tutta la vita...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento