giovedì 15 maggio 2008

Namasté

Nel mondo fisico, quotidiano si è portati a salutare solo chi si conosce, le regole sociali impongono che non si saluta un estraneo, mai dare troppa confidenza. L'ideatrice di Zhora spesso si ritrova a camminare e a salutare anche gli sconosciuti per la strada, augurando loro: "BuonaGiò!". E' una sua inclinazione o forse l'ha imparato da Zhora stessa che è abituata nel mèta-mondo a salutare senza filtro chiunque incontra.

In SL si fa indigestione di saluti?
Ogni passo, ogni vista di un nuovo tag è un saluto...e può aprire a un incontro.
Tutto è easy, è consuetudine fermarsi, alzare la mani ad altezza addominali (rigorosamente scolpiti) e digitare in local chat: "Ciao!".

E' un comportamento compulsivo?
E' un automatismo?

Forse nelle piazze delle lands nuove dove si è appena approdati lo è...
Salutiamo per automatismo, perchè in SL ci si saluta tutti, come in un paese, sembrano sempre le stesse facce, mese dopo mese...Tutto è sempre familiare e sicuro. Ci si sente a casa, e si sente un senso di affiliazione, seppur minimo, ma immediato.

Salutare è l'incipit di un incontro, di una piacevole chiacchierata, di una gioisa serata...

Zhora ha un tesoro caro, un "automastismo buono dal cuore alato di pixel": salutare appena loggata in SL alcuni avi che sente speciali. Tutti appena loggati sentiamo il desiderio di raggiungere quei pochi fidati amici con un "ciao" speciale, personalizzato via im.Un rito che risalda un rapporto, un affetto, una riconoscenza del valore che quell'avatar - quella persona ha ai nostri occhi.
Ogni saluto ha senso perchè è personale e proprio specifico per quella persona, fatto sottilmente via im...Usando parole e linguaggi cifrati propri della comunicazione intessuta nel rapporto dai due.

Zhora è cittadina del Cielo, riposa su una nuvola, ma è abitante di SL, infatti è un'esploratrice alata...Ama il genere umano-pixellato sempre...ha riconsiderato il valore del saluto proprio dopo un viaggio in India...

"Namasté è un saluto originario della zona di India e Nepal e viene usato comunemente in molte regioni dell'Asia. Può essere utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia. Viene di solito accompagnato dal gesto di congiungere le mani, unendo i palmi con le dita rivolte verso l'alto, e tenendole all'altezza del petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col capo. La parola Namasté letteralmente significa "mi inchino a te", e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). A questa parola è però implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo come saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te. Unita al gesto di unire le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con: unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te.
In sostanza, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi. Questo racchiude il senso più alto del saluto che noi rivolgiamo a una persona che incontriamo".
A skin sicuramente riconosciamo il valore prezioso di un avi che non sceglie di incontrarci, ma che si ferma dinnanzi a noi, e si offre in dono...Dopo mesi di conoscenza possiamo riconoscere effettivamente la sacralità dell'ideatore che tira i fili di quell'avi.

Namasté.


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