lunedì 28 luglio 2008

Su e giù da un palco...

Bertolt Brecht ha dato origine a una forma di teatro definita 'epica', che si differenzia dalla forma tradizionale perché, anziché coinvolgere lo spettatore fino a farlo immedesimare in ciò che vede nello spettacolo, cerca di farne mantenere le distanze.
A Brecht premeva che lo spettatore fosse sufficientemente distaccato per poter essere critico nei confronti di ciò cui assisteva, in modo tale da recepire i messaggi che il testo teatrale conteneva. Secondo Brecht, se lo spettatore si fa emotivamente coinvolgere troppo, non può mantenere quella giusta distanza critica utile a elaborare quanto sta vedendo e sentendo. Se lo spettatore è troppo coinvolto fino all'immedesimazione, rischia di confondere la finzione con la realtà. La giusta distanza critica, invece, permette allo spettatore di riflettere e ragionare su quanto gli viene proposto dallo spettacolo teatrale. Per far questo, Brecht ricorreva all'effetto straniamento, un modo per creare una rottura fra finzione e realtà affinché lo spettatore si rendesse conto benissimo di essere a teatro e non confondesse le cose.

Zhora non logga da diversi giorni, nessun secondo avi, nessun espediente...
Ha letto gli im ricevuti, le notices, le notecards, le mails dei residents...

Unico desiderio: creare una "giusta distanza critica" nei confronti di ciò a cui assiste nel metamondo, in modo tale da recepire i messaggi che "il testo teatrale" di ogni log-in contiene.

Se un avi si fa emotivamente coinvolgere troppo, non può mantenere quella giusta distanza critica utile a elaborare quanto sta vedendo e sentendo.

Brecht ricorreva all'effetto straniamento,
Zhora, come molti residents, è ricorsa al "NO log-in".

Pensare a SL senza loggare...
bloggare senza loggare...

Sentirsi "fuori luogo",
sentirsi "fuori dal Luogo",
ma di esserci.
Sentirsi parte e non esserne parte...
Cercare il senso del connect.
E' perso o è presente?
E' un motivo legato a un impegno da svolgere in SL o è legato a un incontro da vivere in SL?

Dentro ma fuori.
Fuori ma dentro.

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