giovedì 17 gennaio 2008

Ho Bisogno di un Sogno...o Bi-Sogno?

Ieri metaragionavo nel mio cubo 10X10 a LipariX, dopo i vari deliri di onnipotenza con l’edit aperto e una lunga e piacevole chiacchierata con Phill, ho ripensato a un tag letto mesi fa, sulla testolina di un avatar: SL è il mio sogno.
Ricordo di aver mandato un im chiedendo: “SL è il tuo sogno o il tuo bi-sogno?” E nella mia testa si son affollate tre parole: bisogno, sogno e bi-sogno…

Quanto alla mia vita in-world credo sia:

un bi-sogno come il volo di Icaro,
un bi-sogno di eterna infanzia vissuta sull’isola "che non c’è" di Peter Pan,
un bi-sogno di guardare il mondo con un’altra prospettiva come fa Amèlie,
un bi-sogno di cercare sempre il lato positivo delle cose come farebbe Pollyanna,
un bi-sogno dell’eternità della vita di Highlander,
un bi-sogno dell’impronta umana su Marte magari con un teleport,
un bi-sogno di sentirsi belli e forti come bronzi di Riace o perfette come Narciso,
un bi-sogno di manipolazione del reale di Matrix…
o un sogno onirico (bisogno inconscio?!?) di Alice nel Paese delle Meraviglie (la mia fiaba preferita),
un bi-sogno di viaggiare come Gulliver in mondi esageratamente piccoli e abnormi, come quelli visitati nella land dei Greenie Inavasion,
un bi-sogno delle prodezze magiche di Harry Potter e compagni, che si visualizzano già solo vedendo i cristalli bianchi uscire dalla mano mentre fai clic su “create”...

Ma quello che ci governa da sempre, infine, è il bi-sogno di essere se stessi.

Ma nel Metaverso è possibile “spogliarsi” dei ruoli sociali del mondo fisico, che si impongono ad ogni suono di sveglia al mattino?

Second Life, come mondo on line, può essere considerato qualcosa che in un certo qual modo compensa alcuni bi-sogni ed è esso stesso un attivante di bi-sogni.

Ma certi filoni di finto perbenismo sembrano dipingere Second Life come la mano del demonio…Second Life è schernita soprattutto da chi non l’ha mai neppure affrontata e si è accontentato di resoconti spesso scritti suoi quotidiani, da giornalisti, che a loro volta, non l'hanno saggiata in prima persona (specialmente non testandone le potenzialità creative, collaborative, relazionali, costruttive, didattiche), ritenendo che il nuovo mondo on line 3D sia soltanto un gioco di perdizione dedicato a chi è incapace di vivere nel mondo fisico, o definito “da loro”: la vita reale, la prima...

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