giovedì 26 febbraio 2009

"Credevo fosse amore e invece erano pixel"


Talk show: "Credevo fosse amore e invece erano pixel"

Inseguiamo il sogno di una vita e lo troviamo solo tra i pixel, entrare in Second Life per evadere dalla vita quotidiana e ritrovarsi travolti da un sentimento inaspettato. Soffocati dalla quotidianeità riscopriamo dentro un mondo virtuale le nostre emozioni a cui diamo sfogo perchè liberi dalle sovrastrutture che ci imprigionano nella vita reale.

Moderatore: Aquiladellanotte Kondor (Project Manager, Giornalista e Fotografo in SL, interessato a tutte le iniziative a valore aggiunto che utilizzano SL per applicazioni pratiche.Creatore del gruppo Facebook "Il nostro amico Avatar").

Opinionista: Biancaluce Robbiani (Mentore ufficiale Linden Lab, Referente italiano per la Linden Lab per alcuni progetti educativi e medico scientifici. Insegnante di building per la TUI University americana.Creazione di gruppi medici in SL per portare informazione medico scientifica inworld. Studentessa di Psicologia e poi di Medicina e Chirurgia, libera professionista imprenditore, insegnante di varie materie scientifiche e dell'uso del pc anche a persone della terza età).

Opinionista: Cosmus Gabardini (Proprietario insieme a Vik Ariel della land Pane e Pomodoro dove si organizzano eventi musicali e vengono invitati solo musicisti già famosi in rl.In RL docente di Lingua Inglese titolare di cattedra e direttore di un web magazine ove recensisce talenti musicali purtroppo poco visibili. Docente preparatore e tutor online in corsi di lingua inglese).

Esperto: Jozeph Forder, alias Claudio Forti è un drammaturgo rappresentato in molti teatri italiani e scrittore del romanzo "Sarka" ambientato in SL.

Moderatore pubblico: Silvia Shelbyville.

Teatro nel parco di Roma Centro ore 13PM PST
http://slurl.com/secondlife/Roma%20centro/13/115/36

1 commento:

punk janus ha detto...

L'unica certezza è che non possiamo dare una massa fisica all'amore, questo ci permette di amare in modo non virtuale anche in una realtà digitale e di amare in modo virtuale in una realtà fisica, che, in fondo, è la stessa cosa, fortunatamente, perchè non si può vivere evadendo continuamente da se stessi, e sentirsi sempre imprigionati, da sovrastrutture o da noi stessi, che è, di nuovo, la stessa cosa.